Power Lifting: intervista al guru Massimo Pedron

Uno dei nostri canali preferiti dallo staff di SuperPalestra su YouTube è quello di Massimo Pedron, guru del power lifting, che mette a disposizione la propria esperienza per formare nuovi atleti, cercare nuovi “adepti” del mondo del sollevamento pesi e insegnarci tecnica e modalità di allenamento per migliorare i nostri movimenti di forza. Se non lo conoscete il canale YouTube di Massimo, vi consigliamo di visitarlo e anche di iscrivervi.

Non ve ne pentirete di sicuro. Non potevamo non inaugurare la nostra rubrica di interviste se non dando spazio dunque a questo amico che ci ispira in molti dei nostri workout.

Massimo Pedron: intervista ad un vero power lifter

SP: Massimo, innanzitutto grazie di averci concesso questa intervista. E’ un piacere per noi avere sulle nostre pagine le opinioni e i consigli di esperti, perché questo può far crescere il nostro blog e può soprattutto dare grande aiuto ai nostri lettori. Raccontaci qualcosa di te. Come ti sei avvicinato al mondo del power lifting?

M: Buongiorno a tutti! Per prima cosa ci tengo a ringraziare lo staff di SuperPalestra per avermi contattato e per aver ritagliato un piccolo spazio per me nel loro sito web. Mi presento: sono Massimo, ho 23 anni e, come avrete facilmente intuito, come molti di quelli che stanno leggendo questo articolo sono un appassionato di pesi. Diversamente da quanto affermato da alcuni, non mi considero un “guru” né tantomeno una figura di spicco nel panorama dell’allenamento italiano, tuttavia la mia voglia di imparare e di trasmettere le mie conoscenze ha senza dubbio colpito un discreto numero di persone che interagiscono con me quotidianamente sul web. Al contrario di quello che molti credono il mio percorso nel mondo dell’allenamento con i sovraccarichi è cominciato non molti anni fa, per la precisione ho messo piede per la prima volta in palestra a settembre 2012. Ho intrapreso quindi così il mio percorso, un po’ per caso, volendo trovare un’attività fisica con orario flessibile da poter incastrare tra i numerosi impegni universitari. In principio purtroppo le mie conoscenze in ambito pesistico erano completamente assenti, decisi quindi banalmente di iniziare ad informarmi su internet per capire come migliorare in palestra. Sono da sempre comunque stato affascinato dal mondo della forza e delle performance in generale, non mi sono mai preoccupato troppo dell’allenamento mirato all’estetica del fisico. Aumentare il carico sul bilanciere è sempre stata la mia priorità. Non fraintendetemi però, all’inizio anche io ero interessato a migliorare dal punto di vista estetico, avere qualche muscolo in più era comunque un’idea che non mi dispiaceva. Alla fine però mi ritrovavo sempre lì a provare a migliorare il mio livello di forza. Era più forte di me, ogni giorno non vedevo l’ora di tornare in palestra a provare a migliorare quello che avevo fatto la volta prima. Fu così che iniziai a progredire, e dopo circa un anno di allenamento realizzai che l’ambiente della classica palestra commerciale non faceva per me. Avevo bisogno di un posto dove potermi allenare senza distrazioni e con più grinta, senza preoccuparmi di quanto tempo usassi il rack o il bilanciere olimpico (dato che mi allenavo quasi esclusivamente con quello e nella palestra in cui andavo ne possedevano solamente uno). Ad agosto 2013 iniziai quindi ad allenarmi seriamente a casa, dopo aver acquistato l’attrezzatura necessaria: un rack, una panca piana, un bilanciere e tanta ghisa! L’anno seguente iniziai a rispondere ad alcune domande su Facebook poste da utenti in vari gruppi di allenamento, così ebbi occasione di iniziare a farmi conoscere nel web. Strinsi amicizia con diversi atleti che gareggiavano nel power lifting e, incoraggiato da loro, a febbraio 2015 partecipai alla mia prima gara, riuscendo con successo a portare a casa l’allora record italiano FIPL (Federazione Italiana Powerlifting) nella specialità dello stacco da terra nella categoria Juniores -93 kg. Da quel momento mi sono ufficialmente innamorato di questo sport e non posso più farne a meno!

SP: Sul tuo sito web ho visto che l’approccio di allenamento che proponi è valido per qualsiasi livello di atleta, dal principiante all’avanzato. Puoi illustrarci in modo veloce come è strutturato l’allenamento che proponi?

M: I programmi di allenamento proposti sul nostro sito web (ebbene sì, nostro perché siamo in due a produrre contenuti per il pubblico, sono infatti sempre aiutato dal mio esperto amico nonché compagno di allenamenti Werner Tolotti che mi affianca in questo lavoro) sono rivolti principalmente a principianti e intermedi (per intenderci, quelli che si stanno allenando da meno di tre anni, anche se questa indicazione a dire il vero è un po’ arbitraria ma è giusto per rendere l’idea). I due programmi di allenamento per novizi (Power Starter 1 e Power Starter 2) hanno come obiettivo sia quello di aumentare il livello di forza che la massa muscolare dell’atleta, sono rivolti quindi non solo a coloro che vorrebbero in futuro intraprendere lo sport del powerlifting ma anche a tutti quelli a cui del power lifting non interessa nulla. Questi due programmi sono stati studiati appositamente per far fronte alle esigenze comuni dell’utente medio della palestra, scritti in modo da garantire il massimo risultato nel minor tempo possibile. La loro struttura è molto semplice: il primo è basato su una progressione lineare, mentre il secondo è costituito da un breve ciclo di quattro settimane da ripetere più volte. Entrambi i programmi sono stati comunque descritti nel dettaglio in un apposito video che ho realizzato, il cui link si può trovare direttamente sul sito. Il terzo programma di allenamento proposto invece, Power-Training-PL12v1 (scusate il nome in codice stile agente segreto 007 ma serve per ricordarmi di cosa si tratta dato che di programmi di allenamento ne scrivo parecchi), è un ciclo di 12 settimane adatto a ogni livello di avanzamento, consigliato a chi vuole iniziare ad allenarsi per il power lifting e si pone come obiettivo quello di aumentare i massimali nelle tre alzate principali: squat, distensioni su panca piana e stacco da terra. Anche la sua struttura è in realtà molto semplice, si tratta di una periodizzazione lineare, anch’essa ampiamente discussa in un apposito video il cui link lo potete trovare sul sito. Per tutti quelli che invece vogliono essere seguiti in modo personalizzato, per qualsiasi obiettivo, offriamo un servizio completo di online coaching (per maggiori informazioni potete scrivere una mail a powertraining@outlook.it).

SP: La scheda che proponi ai tuoi lettori è esattamente quella che segui tu o hai delle “armi segrete” nascoste?

M: Assolutamente no, i programmi di allenamento proposti sono generici e rivolti a un pubblico specifico (come spiegato alla domanda precedente).

Quelli che seguo io invece sono personalizzati sulla mia persona, come del resto lo sono tutti quelli che propongo agli atleti che seguo individualmente. Non ho nessuna arma segreta nascosta purtroppo, e sinceramente dubito esistano. Non c’è niente di magico in quello che faccio o propongo, i risultati alla fine sono frutto degli sforzi ottenuti con ore e ore di allenamento. Se proprio voglio trovare un’arma segreta in quello che faccio mi rendo conto che questa non è poi così “segreta” in realtà, è una cosa che sta sempre sotto gli occhi di tutti ma che le persone spesso rifiutano di accettare: si tratta di costanza unita all’esperienza cumulata negli anni.

SP: Nel mondo dell’allenamento con i pesi ci si trova spesso davanti a periodi di stallo, durante i quali sembra impossibile che i muscoli crescano o che la forza aumenti. Tu come riesci a superare questi momenti difficili? Hai delle tecniche particolari?

M: I periodi di stallo sono il terrore di tutti e spesso possono apparire come ostacoli insormontabili. Le persone di solito ne parlano come fossero delle maledizioni scagliate dal destino per motivi oscuri. In realtà tutto accade per un motivo e queste fasi sono parte integrante del percorso di ciascun atleta. Il mio approccio per affrontare questi periodi è molto semplice, ed è anche quello che consiglio a tutti. Anzitutto è necessario accettare questa particolare circostanza senza farsi condizionare dal panico. È fondamentale prendere coscienza del fatto che se siamo giunti ad un determinato livello è proprio grazie ad uno specifico percorso che abbiamo svolto fino a quel momento. Questo è determinante per comprendere che il nostro corpo impiega del tempo per mostrare miglioramenti visibili in qualsiasi ambito, sia che si tratti di un aumento di forza che di una variazione della composizione corporea. A questo segue una fase di analisi critica della situazione attuale, che comprende la valutazione dei fattori che influiscono sulla condizione fisica (di maggior rilievo: stress, affaticamento, alimentazione, idratazione e riposo). Ciascuno di questi fattori deve essere monitorato per capire quale può essere la causa del problema, che spesso si rivela proprio uno di questi. Il terzo e ultimo punto è quello della pianificazione. Citando una famosa frase di Benjiamin Franklin, scienziato e politico statunitense del XVIII secolo, “if you fail to plan, you are planning to fail”, cioè “se sbagli a pianificare, stai pianificando di fallire”. Questo è il passaggio cruciale a cui, solitamente per mancanza di esperienza, si presta meno attenzione. A prescindere dal tipo di organizzazione futura degli allenamenti che si deciderà di adottare e di tutto quello che ci ruota attorno, ciascun programma scritto per superare uno stallo deve possedere assolutamente una caratteristica: la partenza del piano di allenamento deve avvenire in un punto che abbiamo già consolidato da tempo. Per capire bene a cosa mi riferisco mi avvalgo di un banale esempio che con la palestra non centra nulla: se il mio obiettivo fosse quello di imparare approfonditamente una lingua straniera che non conosco, per prima cosa non inizierei a frequentare dei corsi avanzati ma, al contrario, partirei dai corsi di base e gradualmente arriverei al livello a cui ambisco, assicurandomi di aver appreso bene ciascun corso prima di affrontare quello di difficoltà maggiore. Lo stesso vale con i pesi. Se mi rendo conto che in un esercizio con 100 kg per fare una singola ripetizione faccio talmente fatica che necessito di una squadra di paramedici pronti a soccorrermi dopo lo sforzo immane, non ha alcun senso continuare a provare a sollevare 101 kg l’allenamento successivo. Al contrario, è bene che impari a sollevare 90 kg con disinvoltura, e magari tentare con il tempo di riuscire a sollevarli con successo per più volte consecutive prima di provare un nuovo record personale. Mi rendo conto che l’esempio è talmente ovvio che sembra impossibile che ci sia qualcuno che sbaglia questo passaggio, ma è una cosa che accade molto più frequentemente di quanto si possa pensare. In sintesi, prima di fare un passo avanti, è più saggio farne uno indietro per poi compierne due nella direzione giusta.

SP: Da uno dei tuoi ultimi video ho potuto vedere che hai dovuto affrontare dei periodi in cui hai subito degli infortuni. Quali sono le tue ispirazioni per trovare la motivazione in questi momenti?

M: Da quando ho iniziato ad allenarmi purtroppo ho avuto a che fare con infortuni di vario tipo. Per fortuna mai nulla di grave, ma comunque abbastanza fastidiosi da non permettermi di allenare alcuni movimenti per periodi più o meno lunghi. Attualmente l’unica cosa che mi sta creando dei problemi è una tendinite rotulea al ginocchio destro, che sto tentando di guarire da un po’. In ogni caso non mi scoraggio, non è la prima volta che ho male da qualche parte e purtroppo credo che non sarà nemmeno l’ultima. Non sono il solo a subire infortuni e ci sono persone che hanno recuperato da complicazioni ben più gravi, per cui niente panico, è solo questione di tempo. Gli infortuni, come in tutti gli sport, fanno parte del gioco ed è bene imparare a gestirli in modo saggio evitando di demoralizzarsi troppo quando capitano. Il mio consiglio è sempre quello di guardare al futuro e pianificare anche come si intende affrontare la fase di recupero, piangere sul latte versato non serve proprio a nulla. Trovare la motivazione nei periodi di infortunio non è mai stato un problema. Al contrario, il problema è riuscire a tenermi lontano dai pesi quando sono infortunato, in quei casi sono un pericolo per me stesso e confesso di essermi spinto più in là di quello che avrei dovuto più di una volta compromettendo la mia guarigione in varie occasioni. Anche questo è un aspetto che sto tentando di migliorare col tempo, so che può sembrare facile non allenarsi o semplicemente andarci piano ma tenere a bada l’entusiasmo non è cosa semplice. In generale sono comunque convinto che la motivazione serva a ben poco. Se si aspetta di essere motivati per compiere un’attività si finisce sempre per non combinare mai nulla. La motivazione può servire per incominciare un percorso o per evitare di essere sviati da esso una volta intrapreso, ma quello che in realtà serve per centrare un qualsiasi obiettivo è ben altro. La motivazione è pressoché inutile, ciò che è necessario è costanza e disciplina. Queste due qualità si riescono a trovare molto più facilmente se l’attività che si è deciso di svolgere è una delle nostre passioni, come nel mio caso. Ma anche in questa situazione possono capitare dei periodi difficili. Se veramente si vuole ottenere qualcosa a tutti i costi trovo che l’unica soluzione possibile sia quella di adottare una mentalità meccanica: nessun pensiero, si esegue quello che si è prefissato di fare perché è stato deciso così. Chiaramente non è da tutti adottare un’ottica simile, però è l’unica via per far sì che il lavoro venga svolto, altrimenti si rimane sempre incollati al punto di partenza. L’ispirazione la trovo in tutti quelli che lavorano sodo costantemente verso un obiettivo e non mollano mai. Persone così ne conosco molte, tra tutti penso che il mio preferito sia Befn Rice, un ragazzo americano anche lui powerlifter come me, con l’unica differenza che fa riscaldamento con i miei massimali (lol). Una sua frase ricorrente e anche una delle mie citazioni preferite è infatti “live the grind”, letteralmente “vivere il lavoro duro”, cioè trovare nella fatica del percorso la ragione per andare avanti verso la meta.

SP: Qui su SuperPalestra parliamo quasi sempre di allenamento, di tecniche di allenamento e di esercizi per i vari gruppi muscolari. Non siamo però molto esperti di power lifting, anche se sono nostri “compagni di palestra“. Volevo chiederti innanzitutto qual è il tuo esercizio preferito, quello del quale non potresti fare a meno.

M: Questa è probabilmente la domanda più difficile a cui rispondere, nel senso che trovo veramente arduo scegliere un esercizio preferito dato che mi piacciono un po’ tutti. Sicuramente sono innamorato delle tre alzate da gara (squat, distensioni su panca e stacco da terra), ma se dovessi scegliere una tra queste molto probabilmente opterei per lo stacco da terra, tra i tre a mio parere è senza dubbio quello più emozionante per via dei carichi elevatissimi che si possono raggiungere.

SP: Allora Massimo, la domanda con la quale volevo continuare l’intervista di ieri è:  è luogo comune che gli esercizi di powerlifting abbiano una tecnica un po’ differente rispetto a quella di chi solleva pesi per aumentare la massa muscolare. E’ questo solo un luogo comune o è qualcosa di reale? Se reale quali sono le principali differenze e su quali esercizi.

M: La tecnica delle alzate del powerlifting è senz’altro differente rispetto a quella delle stesse svolte in ottica bodybuilding. Tuttavia queste non sono così marcate come molti pensano. Le alzate del powerlifting (squat, distensioni su panca piana e stacco da terra) anzitutto devono rispettare un regolamento molto rigido dettato dalla federazione in cui si gareggia. In FIPL (Federazione Italiana Powerlifting) ad esempio, le distensioni su panca vanno eseguite effettuando il fermo al petto, tenendo testa e sedere costantemente attaccati alla panca, oltre che a mantenere la pianta dei piedi completamente appoggiata a terra. Bene, tutto ciò deve essere effettuato in ottica powerlifting. Per chi non ha quello come obiettivo, non è strettamente necessario. Ciò non significa che sia vietato o sbagliato farlo se non si vuole gareggiare. Le domande frequenti però sono altre. Nello squat: devo scendere sotto il parallelo? Nella panca: devo fare l’arco? Le scapole vanno addotte? Devo toccare il petto? Nello stacco da terra: devo appoggiare il bilanciere a terra? Devo effettuare la fase negativa? Mi è impossibile rispondere per iscritto a tutte queste domande in modo dettagliato, sappiate però che ho trattato ogni singolo argomento nei miei tutorial sulle rispettive alzate che trovate nel mio canale YouTube (cercate la playlist: “tutorial di esercizi e consigli sulle esecuzioni”). Se volete approfondire ulteriormente vi consiglio di studiare sul libro di biomeccanica “DCSS” di Paolo Evangelista, di sicuro lì troverete tutte le risposte che cercate. In generale comunque nel power lifting si tenta di massimizzare il carico sollevato, dunque qualsiasi stratagemma possibile non vietato dal regolamento può essere adottato per tentare di muovere più peso. Nel bodybuilding il carico invece è semplicemente un mezzo per stimolare l’ipertrofia, dunque in ogni esercizio si tenta di effettuare un movimento atto a stimolare maggiormente i muscoli bersaglio. Spesso però molti cadono in fallo tentando di isolare distretti muscolari su esercizi multiarticolari, come ad esempio le tre alzate sopra citate. Bene, in questo caso per quanto ci si possa sforzare il cambiamento di stimolo muscolare cambierà ben poco, dunque sconsiglio di utilizzare troppa fantasia per cambiare il movimento perché nella maggior parte dei casi è fatica sprecata. Eseguite i fondamentali in sicurezza con una tecnica curata, lasciate la ricerca dell’attivazione dei singoli muscoli ad esercizi monoarticolari appositi.

SP: come si svolge una gara di powerlifting? E dove possiamo vedere un calendario delle gare in modo tale da poter assistere come spettatori?

M: Lo svolgimento delle gare è abbastanza semplice. Ogni atleta gareggia in tutte e tre le alzate nella stessa giornata di gara, nel rispettivo ordine: squat, distensioni su panca piana e stacco da terra. Ognuno ha a disposizione tre tentativi per ogni alzata (in totale quindi si svolgono 9 sollevamenti a testa, 3 per ciascun esercizio). Ogni alzata è giudicata da una giuria di gara composta da tre giudici che decretano la validità del movimento, che deve rispettare dei precisi standard per essere ritenuto corretto (ogni giudice può votare in modo positivo o negativo, per la validità dell’alzata sono necessari almeno due voti positivi su tre). Un’alzata decretata nulla dai giudici è l’equivalente di un’alzata fallita. Al termine della gara l’atleta che ha ottenuto il totale maggiore vince la competizione (per totale si intende la somma dei chilogrammi sollevati nei migliori tentativi ritenuti validi di ciascuna delle tre specialità). Gli atleti partecipanti sono suddivisi in classifiche separate che differiscono per sesso, peso corporeo ed età.

SP: In questo momento ti stai preparando per una competizione?

M: Sì e no. No, nel senso che non ho nessuna gara in programma a breve, quindi tecnicamente in questo periodo sono in off-season. Sì, perché sono convinto che qualsiasi tipo di performance non sia solo il risultato dei 2-3 mesi di preparazione che precedono la competizione, bensì sia l’esito di un percorso iniziato anni prima. Quindi, competizioni o meno, l’obiettivo rimane in ogni momento dell’anno sempre quello di migliorarsi.

SP: Massimo, adesso vogliamo che tu ci faccia venire un po’ di sana invidia, che tu ci dia uno stimolo. Quali sono i tuoi record?

M: Premetto che fino ad ora ho partecipato solamente a gare di specialità singole e non ho mai avuto occasione di svolgere una gara completa (tutte e 3 le alzate nella stessa giornata), quindi non posso presentare un totale ufficiale. Attualmente (aprile 2016), i miei migliori risultati in allenamento e competizione sono i seguenti:

  • Squat: 180 kg x7 ripetizioni (fatto in allenamento, il che presuppone un massimale teorico prossimo ai 220 kg);
  • Distensioni su panca piana: non eseguo un test massimale di questa alzata da parecchio tempo poiché ho in programma di farne uno in allenamento proprio in queste settimane. Per darvi un’idea, attualmente per i miei allenamenti sto calcolando i carichi di lavoro basandomi su un massimale teorico di 134 kg. In ogni caso sono convinto di poter sollevare almeno 130 kg in questa alzata.
  • Stacco da terra: il mio record personale, compiuto in una gara ufficiale, è di 252,5 kg.

Tutti i carichi sono riferiti ad alzate RAW, ossia effettuati senza attrezzatura di supporto, cintura addominale a parte. Tutti e tre i risultati sono stati ottenuti con un peso corporeo prossimo ai 90 kg.

SP: Quale ritieni sia il tuo più grande successo a livello sportivo? E non mi riferisco necessariamente ad un risultato di gara.

M: Onestamente non credo di aver raggiunto un livello di successo particolarmente rilevante in ambito sportivo, tuttavia sono molto soddisfatto in generale di tutto il percorso che ho svolto sino ad ora. Quando ho iniziato non avrei mai immaginato nemmeno lontanamente di essere nella posizione in cui mi trovo adesso, sia dal punto di vista atletico che dal punto di vista divulgativo relativo alle informazioni che condivido attraverso YouTube. Ciò di cui vado senza dubbio più fiero è però quello di essere riuscito ad avviare un servizio di coaching online attraverso cui sono in grado di aiutare in modo concreto delle persone che hanno la mia stessa passione.

Il tuo video di powerlifting più importante

SP: Qual è il video che ritieni di dover segnalare del tuo canale YouTube agli amici di SuperPalestra? E perché?

M: Condivido molto volentieri con gli amici di SuperPalestra il video che riassume preparazione e gara relativa al 2° Campionato Italiano Classic di Stacco Raw svoltosi a fine febbraio di quest’anno. Oltre al risultato sicuramente appagante che sono riuscito ad ottenere, ritengo sia anche un video che mostra chiaramente le emozioni che provo praticando questo sport. Con questa clip inoltre ho voluto lasciare un messaggio allo spettatore: mai arrendersi e continuare a lottare per le proprie passioni.

Massimo Pedron: come contattarlo

SP: Massimo, sei stato gentilissimo a concederci il tuo tempo. Ricordiamo ai lettori di SuperPalestra tutti i canali attraverso i quali possono entrare in contatto con te.

M:  Ringrazio ancora lo staff di SuperPalestra per avermi intervistato e colgo l’occasione per ringraziare anche tutti quelli che hanno letto l’intervista e che mi seguono online.I canali attraverso i quali potete contattarmi, oltre ovviamente al mio canale YouTube del quale è già stato fatto riferimento all’inizio dell’intervista, sono:

SP: Bene Massimo, per oggi è tutto! Grazie mille!

Summary
Photo ofMassimo Pedron
Name
Massimo Pedron
Nickname
(Max Power Training)
Job Title
Power Lifter
Company
Power Training Online

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